Il dottor Nariman, patologo forense, investe involontariamente in macchina una famiglia che stava viaggiando su una motoretta. A bordo Moosa, sua moglie Leila, con in braccio la figlia più piccola ed il figlio di 8 anni. Quest'ultimo rimane ferito, anche se, sembra, in maniera non grave: nonostante le insistenze del dottore l'uomo non vuole portare il figlio in ospedale. La mattina successiva, Moosa scopre che è stato portato in clinica il corpo senza vita del bambino. La diagnosi sembra quella di avvelenamento alimentare, ma a Nariman rimane il dubbio di essere stato lui a causare la morte del piccolo...
Regia: Vahid Jalilvand. Con Navid Mohammadzadeh, Amir Aghaee, Hediyeh Tehrani, Zakieh Behbahani, Saeed Dakh.
Vahid Jalilvand cita, a sostegno della sceneggiatura che ha scritto con Ali Zarnegar, un'affermazione dello scrittore svizzero Rolf Dobelli: "I coraggiosi e gli impavidi sono stati uccisi prima che potessero trasferire i loro geni alle generazioni successive. I rimanenti, cioè i codardi e i gentili, sono sopravvissuti. Noi siamo la loro progenie"
74° Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia 2017: Premio Orizzonti per la Miglior Interpretazione Maschile
"Un'opera che si interroga su quanto l'occultamento della verità sia un veleno diffuso dagli effetti letali." Mymovies.it
"In una escalation di colpi di scena, discesa agli inferi, maledizioni che si avverano aggravando sempre più la situazione, il regista, Vahid Jalilvand, si interroga su cosa sia giusto e cosa sia il male." Close Up
"Un racconto che scava sempre più a fondo dentro più anime dilaniate dall'incertezza." Cineforum.it
"Ogni parola sa dove colpire." Variety.com
"Una storia cruda, drammatica e toccante." Cinematografo.it