In Birmania, il "Venerabile Wirathu" è un monaco buddhista altamente rispettato e influente. Incontrarlo equivale a viaggiare nel cuore del razzismo quotidiano e osservare come l'islamofobia e l'incitamento all'odio portino alla violenza e alla distruzione. Eppure, questo è un Paese dove il 90% della popolazione ha adottato il Buddhismo come fede: una "religione" che fonda la propria essenza su un modo di vivere pacifico, tollerante e non violento.
Regia: Barbet Schroeder.
Il Venerabile W. è stato designato Film della Critica dal Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani – SNCCI con la seguente motivazione: "Con uno sguardo che si tiene laterale per mettere ancora più in mostra la stortura del pensiero del suo protagonista, il monaco birmano islamofobico Ashin Wirathu, Barbet Schroeder firma una regia attonita eppur rigorosa, in un’ opera che ragiona sulla politica religiosa, sul pensiero che si auto definisce "superiore" e sul primato della materia belluina rispetto all’ evaporazione della "fede".
60° Cannes Film Festival: Fuori concorso
Film della Critica dal Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani, SNCCI
"Ci ricorda che ogni dottrina religiosa, anche la più pacifista, se male interpretata può essere utilizzata a fini distruttivi." Hollywood Reporter
"L’ autore segue un filo rosso che sanguina da solo, non punta il dito e indugia in modo sconcertante sulla parte umana dei mostri; il brivido della rivolta è solo più forte." Libération
"Barbet Schroeder, sia nei film di finzione, sia nei documentari, è sempre riuscito a mettere in luce i lati oscuri del comportamento umano. La violenza che Wirathu emana è terrificante." The New York Times
"Un film cupo, pessimista ma necessario." The Guardian
"Questa dissezione è così precisa, così argomentata da assumere una portata universale." Le Monde