La piccola Elena vive a Bobbio con due anziane prozie e lo zio Giorgio mentre sua madre Sara è impegnata a Milano nella sua altalenante carriera di attrice. Dopo aver ottenuto una parte da protagonista, Sara decide di portare Elena a vivere a Milano con lei, ma dopo qualche tempo le due torneranno nella casa di Bobbio, dove si è rifugiato anche Giorgio che ha problemi di denaro. La casa è frequentata anche da una giovane professoressa e dal bizzarro amico di famiglia Gianni... Marco Bellocchio torna in val di Trebbia, dove è nato e dove ha radici la sua famiglia, e ci mostra la vita dei suoi personaggi nell'arco di dieci anni, per un film di finzione che è insieme anche un documento autobiografico.
Regia: Marco Bellocchio. Con Letizia Bellocchio , Maria Luisa Bellocchio , Elena Bellocchio , Pier Giorgio Bellocchio , Donatella Finocchiaro, Alba Rohrwacher, Gianni Schicchi , Silvia Ferretti , Valentina Bardi.
Il film nasce dall'esperienza del regista alla Scuola Fare cinema di Bobbio e da una serie di seminari e laboratori che hanno coinvolto attori e giovani talenti: dal 1999 al 2008 Bellocchio ha lavorato con loro in questo progetto, un vero e proprio work in progress collettivo che ha portato alla realizzazione del film. Nel cast, oltre ai professionisti, ci sono anche i figli di Marco Bellocchio (Elena e Giorgio) e le sorelle del regista che interpretano le zie di Sara e Giorgio. Marco Bellocchio aveva già ambientato a Bobbio il documentario "Vacanze in val di Trebbia" degli anni '80, mentre all'origine di "Sorelle mai" c'è il mediometraggio "Sorelle", del 2006, rielaborato completamente e al quale sono stati aggiunti tre episodi.
67° Mostra Internazionale d' Arte Cinematografica di Venezia , Presentato Fuori Concorso.
65° Edizione dei Nastri d'Argento, Candidatura come regista del miglior film, migliore attrice protagonista e miglior montaggio.
David di Donatello 2011, Nomination come miglior regista e miglior montatore.
"Si respira un'aria di grande passione e libertà rara per il cinema" Il Mereghetti 2011.
"Un'opera spiazzante, profondamente personale. Un vero gioiello." Alberto Crespi, l'Unità.
"Un'appassionata riflessione sull'arte e la famiglia." Fabio Ferzetti, il Messaggero.
"Non è un documentario: è una ricerca, un viaggio nell'immaginario tra passato e presente." Cristina Piccino, Il Manifesto.
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