Il film conduce lo spettatore nel delicato e toccante terreno della memoria, attraverso la lettura dei diari, delle lettere e delle cartelle cliniche delle case di cura in cui Liseli Marazzi Hoepli trascorse lunghi periodi, prima di morire suicida, quando la figlia aveva solo 7 anni. Attraverso questi testi e le immagini dei filmati girati dal nonno sin dal 1926, Alina Marazzi scopre sua madre, ne ricostruisce il volto e la celebra ricordandola. Un film sulla nostalgia come sentimento comune, dolce, essenziale e necessario al superamento di una perdita.
Regia: Alina Marazzi.
55° Festival Internazionale del film di Locarno, Menzione speciale della giuria.
Torino Film Festival Cinema Giovani 2002: Miglior Documentario Italiano.
43° Festival dei Popoli, Menzione Speciale.
"[...] magnifico esordio da regista di Alina Marazzi." Cristina Piccino, Il Manifesto
"Il cinema come cura (in tutti i significati della parola). II cinema come atto d’amore." Luigi Paini, Il sole 24 ore
"... una lezione. Di coraggio, di fermezza, di fiducia. In se stessi e nel cinema." Fabio Ferzetti, Il messaggero
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