È domenica e la pioggia, su Salonicco, ha il colore del crepuscolo. Alexander, poeta e intellettuale, si appresta a lasciare la casa dove ha sempre vissuto per entrare in clinica. Sa di non avere molte possibilità di uscirne. Durante i preparativi trova una lettera della moglie, Anna, che ripercorre un giorno d`estate di trent`anni prima. Alexander si abbandona ai ricordi del passato che si mescolano inevitabilmente alle malinconie del presente. Solo l`incontro con un bambino albanese, che lava i vetri delle automobili ai semafori di Salonicco, lo salverà dall`aridità della solitudine.
Regia: Théo Angelopoulos. Con Fabrizio Bentivoglio, Bruno Ganz, Isabelle Renauld, Achileas Skevis.
"Per me, il tempo, con tutti i suoi interrogativi e le sue assenze, è ancora un bambino che gioca con i sassi in riva al mare e non quello che si spende per aderire al consumismo. Lo scrittore del mio film cerca di dimostrare che la gente e le cose sono ormai lontane e che, per conoscerle, è necessario percorrere il tempo e le distanze che ci separano. [...] Raccontando il film a Mastroianni dissi: «Sarà una storia malinconica». Rispose: «La poesia non è mai malinconia». Le sue parole sono il mio messaggio di speranza." Da un' intervista rilasciata da Théo Angelopoulos a Giovanna Grassi, Il Corriere della Sera, 29 ottobre 1998.
51° Festival di Cannes 1998: Palma d'Oro
"Una nuova prova di straordinaria maestria cinematografica, di perfetta bravura immaginifica." Lietta Tornabuoni, La Stampa
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